sabato 21 febbraio 2009

"Più grande del cielo"...

Il 19 febbraio nell’aula 203 della Cittadella Universitaria di Monserrato il professor Giovanni Biggio, Professore Ordinario di Neuropsicofarmacologia dell’Università degli Studi di Cagliari, ha tenuto una lezione sul cervello per gli studenti del master in Comunicazione della Scienza.
Più grande del cielo, così parafrasando una poesia di Emily Dickinson, viene definito il cervello, organo fondamentale per le funzioni del nostro corpo. Costituito da miliardi di cellule chiamate neuroni, che a differenza di quanto si è sempre creduto, hanno capacità rigenerative, inizia a stupirci già dai primi attimi di vita. Esso raggiunge la maturità a 18 anni nelle donne e tra i 20 e i 21 negli uomini. Fondamentali per il suo sviluppo sono le modalità di attaccamento del bambino alla madre durante i primi anni di vita così come gli anni dell’adolescenza risultano essere cruciali per lo sviluppo fisiologico e per il raggiungimento di un buon equilibrio mentale. Un ambiente positivo familiare e scolastico favorisce un normale sviluppo delle facoltà mentali, mentre risultano deleterie le sostanze d’abuso quali alcool e droghe. Anche l’assunzione di piccole quantità di sostanze d’abuso, incluso l’alcol, può risultare deleterio per lo sviluppo del cervello e per la possibile insorgenza di patologia mentale in soggetti geneticamente predisposti. Infatti, ricerche scientifiche dimostrano che l’uso di queste sostanze, anche in piccole dosi, può essere determinante per lo sviluppo di patologie mentali nell’adolescenza, nell’età adulta e nel periodo senile. I soggetti portatori di specifici polimorfismi genici sono particolarmente vulnerabili agli effetti di queste sostanze e più facilmente possono andare incontro a psicopatologia.
L’insorgere di ansia, depressione e altre patologie più gravi, come la schizofrenia possono essere curati non solo con l’ausilio di farmaci, ma con un approccio terapeutico multidisciplinare di tipo psicologico, ambientale, psichiatrico e farmacologico. Anche gli ormoni, come ad esempio il testosterone e il cortisolo giocano un ruolo fondamentale nella funzionalità del cervello. Banditi alcool e sostanze d'abuso ciò che giova maggiormente al cervello sono stimoli positivie un ambiente sano.
Le nuove metodologie di indagini come la Risonanza Magnetica, hanno dato un quadro generale delle modificazioni che avvengono nei neuroni e dei cambiamenti morfologici del cervello dei pazienti affetti da depressione. Come dice Biggio: "Alla base c'è un fenomeno fisiologico che naturalmente tende a manifestarsi in età avanzata: le cellule sono meno trofiche e meno capaci di elaborare segnali troppo intensi e sofisticati. Spesso una riduzione del volume dell'ippocampo, dell'amigdala e della corteccia cerebrale, strutture che hanno un ruolo sia in ambito emozionale che cognitivo, viene descritta nel cervello dei depressi. Come la fisioterapia dopo un incidente muscolare, i farmaci di nuova generazione agiscono sui fattori trofici e riescono a migliorare il trofismo dei neuroni, stimolando la formazione di nuove connessioni tra nuovi e vecchi neuroni e stimolando la produzione di nuovi neuroni".
Il segreto quindi è allenare il nostro cervello così come un atleta fa coi suoi muscoli.

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